“La tradizione non è culto della cenere, ma custodia del fuoco.”

Gustav Mahler

1770-1775

Matteo Bianchi e le prime chiavi

1871-1878

Celestino conquista i mercati

1900-1915

Il catalogo di chiavi più antico al mondo

1925-1932

I viaggi di Camillo Vittore da Cibiana a Vienna

1954

Una nuova era: dal Cadore a Conegliano

1964-1968

Camillo Bianchi, pioniere della duplicazione, fonda SILCA

1978-1991

Di padre in figlio: Massimo Bianchi nell’azienda di famiglia

1998-2001

Il patto tra Massimo Bianchi e Mariacristina Gribaudi

2002

Un nuovo inizio: Massimo Bianchi acquisisce Keyline

2004

Verso l’internazionalizzazione: apre Keyline USA

2009-2011

Il sistema famiglia: l’ottava generazione entra in Keyline

2013

La cultura in fabbrica: apre il museo di Keyline

2020

Keyline celebra 250 anni

“La tradizione non è culto della cenere, ma custodia del fuoco.”

Gustav Mahler

1770-1775

Matteo Bianchi e le prime chiavi

I Bianchi rappresentano la più longeva dinastia famigliare al mondo che dal 1770 opera ininterrottamente nella produzione di chiavi. Tutto ebbe inizio con Matteo Bianchi (1752-1816), che nella sua fucina di Cibiana di Cadore, a quel tempo ancora sotto il dominio della Serenissima, tra colpi di maglio e fuoco, forgiava il ferro per dare vita alle prime chiavi.

1871-1878

Celestino conquista i mercati

La seconda e la terza generazione dei Bianchi visse in un’epoca di sconvolgimenti politici e sociali, che vide il territorio veneto passare dalle mani di Napoleone al dominio asburgico fino a quando, nel 1866, fu annesso al Regno d’Italia. Celestino Bianchi (1819-1878) partecipò alle prime esposizioni industriali e il più antico documento sull’attività dei Bianchi ne attesta proprio la presenza a quella Provinciale di Belluno del 1871.

1900-1915

Il catalogo di chiavi più antico al mondo

Fu Prospero Bianchi (1847-1925) a dare continuità all’azione del padre partecipando a numerose fiere italiane ed europee, consapevole che la vendita delle sue chiavi passava attraverso una maggiore presenza sul mercato. È suo il più antico catalogo di chiavi esistente al mondo: i 213 disegni di chiavi, utilizzate per l’apertura di porte di casa, armadi e camere di alberghi, rappresentavano un innovativo strumento di marketing della ditta.

1925-1932

I viaggi di Camillo Vittore da Cibiana a Vienna

Negli anni della prima vera industrializzazione italiana, Camillo Vittore Bianchi (1894-1956), ereditati dal padre i segreti del mestiere e la passione per i viaggi, intrecciò nuove relazioni commerciali che portarono ad un aumento delle vendite. Con la sua borsa colma di chiavi prendeva il treno da Cibiana per raggiungere non solo le più importanti città del nord Italia, ma anche Vienna, dove conobbe Leopoldina, sua futura moglie.

1954

Una nuova era: dal Cadore a Conegliano

Camillo Bianchi (1932-1991), sesta generazione dei Bianchi “fabbri di chiavi” diede seguito all’attività di famiglia innovandone l’organizzazione del lavoro e spostandone la sede dal Cadore a Conegliano, dove sarebbe nata la più importante azienda europea per la produzione di chiavi e macchine duplicatrici. Negli anni del miracolo economico, intuì che lo sviluppo dell’attività non poteva prescindere da una localizzazione vicina ai centri urbani.

1964-1968

Camillo Bianchi, pioniere della duplicazione, fonda SILCA

La chiave del successo fu aver scommesso sul concetto della duplicazione: adattando le tecnologie usate per la molatura di lenti per occhiali, Camillo Bianchi, dopo aver fondato SILCA nel 1964, introdusse nel mercato nel 1968 la ADMIRAL, la prima macchina duplicatrice elettromeccanica. Grazie a questa intuizione, in meno di un decennio diventò leader nel mercato europeo e andò verso la conquista di Stati Uniti ed Estremo Oriente.

1978-1991

Di padre in figlio: Massimo Bianchi nell’azienda di famiglia

Nel 1978 l’azienda di Camillo, che produceva 50 milioni di chiavi piatte e aveva 100 dipendenti, vide l’ingresso di Massimo, settima generazione dei Bianchi. Gli anni Settanta e Ottanta furono caratterizzati da uno sviluppo del mercato grazie all’apertura delle filiali estere. Camillo, insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica, aveva concepito un’azienda moderna che nel 1991 passava nelle mani di Massimo.

1998-2001

Il patto tra Massimo Bianchi e Mariacristina Gribaudi

Massimo Bianchi e Mariacristina Gribaudi, con il matrimonio nel 1998, hanno unito i loro nuclei in un’unica famiglia e hanno elaborato un progetto di vita e di azienda dove i confini tra dimensione pubblica e privata coincidono: condividono la gestione dell’azienda, esprimendo al meglio le proprie competenze, Massimo in ambito tecnico, produttivo e commerciale, Mariacristina occupandosi di organizzazione, amministrazione e comunicazione.

2002

Un nuovo inizio: Massimo Bianchi acquisisce Keyline

L’avventura imprenditoriale comune inizia nel 2002, quando Massimo Bianchi decide di uscire da Silca, ormai diventata una multinazionale, e rileva Keyline una piccola azienda, nata nel 1990. Nella continuità con la tradizione, Massimo ritorna così a fare quello che la sua famiglia aveva fatto per secoli: produrre chiavi. Keyline diviene la startup erede della secolare tradizione nel key business della famiglia Bianchi.

2004

Verso l’internazionalizzazione: apre Keyline USA

Keyline è un’azienda italiana, parte del Bianchi 1770 Group, che produce esclusivamente in Italia: a dimostrazione di ciò la scritta Proudly made in Italy visibile sui prodotti che escono dallo stabilimento di Conegliano. Ma Keyline ha dimostrato, a partire dal 2004 con la nascita di Keyline USA, una grande apertura ai mercati internazionali, grazie ad una rete di filiali che operano in Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Cina e Giappone.

2009-2011

Il sistema famiglia: l’ottava generazione entra in Keyline

La longevità è uno dei fattori principali che determinano il successo di un’azienda e la specificità di Keyline è quella di essere un progetto d’impresa che è un continuum della vita famigliare. All’ottava generazione dei Bianchi, composta dai sei figli di Massimo e Mariacristina, spetta la sfida di dare continuità ad una famiglia che col mestiere si è fatta dinastia e di raccogliere l’eredità di chi c’è stato prima per farsi custodi del futuro.

2013

La cultura in fabbrica: apre il museo di Keyline

La passione per le chiavi Massimo Bianchi ce l’ha nel sangue, da quando fin da bambino respirava il profumo del ferro forgiato nella ditta di famiglia. Dalla consapevolezza del valore di una tradizione secolare, ha iniziato a collezionare chiavi da tutto il mondo. Da questa ricerca continua è nato così il Museo della Chiave Bianchi 1770, luogo della fabbrica in cui si respira cultura. Qui la testimonianza del passato diventa visione per il futuro.

2020

Keyline celebra 250 anni

Forte di una longeva storia al suo seguito e consapevole di un family business affermato, nel 2020 Keyline ha celebrato il suo 250° anniversario portando avanti quei valori culturali e aziendali che l’hanno caratterizzata fino ad oggi.